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A cura di Caterina Carloni, psicologa & psicoterapeuta

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OLTRE L’ARCOBALENO

DiCateca

Ago 1, 2020 #arcobaleno

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L’angoscia dell’uomo nasce dal fatto che vuole scegliere solo ciò che gli sembra bello e luminoso: vuole solo l’arcobaleno, non le nuvole nere cariche di pioggia; ma non sa che l’arcobaleno non può esistere senza quelle nuvole oscure, che sono lo sfondo indispensabile affinché compaia l’arcobaleno. (OSHO)

Eletta dai discografici americani “migliore canzone del XX secolo”, Somewhere Over the Rainbow (1939) è stata interpretata fino ad oggi da oltre 600 grandi della musica leggera: da Judy Garland, l’indimenticabile Dorothy nel film Il mago di Oz, a Ray Charles, Glenn Miller, Art Tatum, Ariana Grande ecc.

Molto pregevole è il famoso medley di Israel Kamakawiwo’Ole, un artista di raro valore che ha unito i brani “Over the rainbow” e “What a wonderful world” in un’indimenticabile canzone dalle frequenze vocali bellissime e dai timbri suggestivi.

Ma cosa rende il fenomeno dell’arcobaleno così incantevole e affascinante da spingere schiere di poeti, pittori e musicisti a immaginarne un’origine celestiale e divina?

Cos’è che la fantasia popolare ha immaginato come una grande pentola d’oro, il premio finale che spetta ai coraggiosi che sanno percorrere il ponte di Luce che collega terra e cielo dopo i lunghi giorni di pioggia e tempesta?

Il messaggio dell’arcobaleno sembra giungere da altre dimensioni di vita, dove mani invisibili inventano e intessono i colori della Natura. Ci ricorda l’immensa bellezza di questo universo che ci ospita e il continuo dialogare tra il mondo delle manifestazioni e quello degli Angeli, tra il finito e il sempiterno, tra la Vita e la Vita oltre la Vita.

E quando la musica veicola con poesia e plasticità lo scambio d’amore tra i sette colori della Vita, non può che generare opere d’arte senza tempo.

Caterina Carloni

Di Cateca

Caterina Carloni, psicologa e psicoterapeuta