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Da un punto di vista pratico, la porta svolge la funzione di dividere gli ambienti: si apre e si chiude per accedere da un luogo all’altro. Sotto il profilo simbolico, questa sua funzione fa riferimento alle diverse dimensioni psichiche dell’esistenza dell’uomo e alle varie età della sua vita.
Varcare la soglia di una porta significa entrare in un territorio nuovo, esplorare un ambiente sconosciuto, conoscere nuove componenti del nostro essere, passare a una nuova fase, evolvere, crescere, andare verso il compimento.
Ogni porta che si apre, nella realtà e quindi anche nella dimensione inconscia, può mostrarci paesaggi inediti, nuovi punti di vista, può essere misteriosa, affascinante, spaventosa o sorprendente.
Come luogo di passaggio fa riferimento a due stati e due mondi: il conosciuto e lo sconosciuto, la luce e le tenebre, la terra e il cielo.
Nei sogni, una porta semi-aperta esercita sempre un forte richiamo. E’ come se ci dicesse: “Coraggio, entra!”, oppure comunica: “Pericolo, divieto di accesso!”. Spesso una porta chiusa simboleggia un’impasse in cui è calata la nostra vita, in relazione magari ad un progetto che non va in porto. Quando sogniamo di aprire una porta senza difficoltà significa che stiamo contattando le nostre risorse interiori, che abbiamo gli strumenti per arrivare dove vogliamo, per aprirci a qualcosa di nuovo o vivere in modo consapevole un salto in avanti nella nostra crescita personale. Quando invece spranghiamo la porta significa che abbiamo paura di un’invasione esterna e che qualcuno superi i nostri confini: possono essere persone che ci vampirizzano o problemi che ci assillano. Una porta che viene sfondata dall’esterno indica che le nostre pulsioni, passioni, aggressività, dolori stanno per prendere il sopravvento; se dall’interno, temiamo profondamente che una condizione, magari autoimposta, ci impedisca di vivere. Infine chiudere in faccia la porta a qualcuno significa che non siamo disponibili, che non intendiamo dare spazio alle richieste esterne.
L’immagine della porta riassume in sé moltissimi significati simbolici. Possiamo usarla in senso terapeutico ogni volta che ci sentiamo di fronte a un passaggio improtante, in cui un cambiamento interiore si presenta come necessario. ECCO COME FARE:
Chiudi gli occhi e, quando il silenzio e il buio prendono il sopravvento, immagina di trovarti in un luogo in cui ti senti a tuo agio: un prato, una casa, dove vuoi tu. Ora immagina che davanti a te ci sia una porta: può essere un portone imponente, una picccola porticina oppure la porta di un recinto. Osservala bene. Immagina di avvicinarti e di toccarla. Di che materiale è fatta? Che sensazioni provi? Vuoi aprirla? Sei titubante? Non te la senti di superarla? Non giudicare le tue emozioni, sentile e basta. Prova ad immaginare cosa c’è dietro la tua porta, non ragionarci, procedi d’istinto. Ora fai depositare dolcemente tutte le sensazioni che questa immagine evoca dentro di te e dopo qualche minuto riapri gli occhi e, lentamente, torna alle tue occupazioni quotidiane.
Caterina Carloni