• Gio. Nov 21st, 2024

VEDAM

A cura di Caterina Carloni, psicologa & psicoterapeuta

BLOG DI MEDICINA PSICOSOMATICA & PSICOLOGIA OLISTICA - Impariamo a leggere i sintomi fisici come linguaggio dell'anima e ad utilizzarli in chiave conoscitiva, positiva ed evolutiva

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In varie Tradizioni culturali è assodato che l’unico compito dell’uomo è seguire la sua vera natura. Tuttavia, trovarla non è cosa da poco: spesso si passa una vita intera a cercarla, e pare sia più facile smarrirla che avvicinarvisi.

Eppure, se i Maestri insistono su questa nostra funzione primaria, è segno che solo nella sua realizzazione arriviamo a compiere il nostro destino.

Trovare la propria vera natura significa seguire la direzione di vita che il nostro Sé, nucleo centrale dell’essere, gli imprime, assecondando la forma originaria e particolare che fa di ognuno di noi l’individuo unico e irripetibile che è.

La finalità della grande opera alchemica (che nel suo percorso simboleggia il processo di “estrazione” della coscienza dall’energia animale) è separare lo spesso (la materia) dal sottile (il mercurio). In senso analogo la funzione dell’uomo è uscire dai meandri delle fissazioni genetiche familiari (le credenze ereditate, i condizionamenti educativi e ambientali, il destino degli avi) e ricongiungersi con la propria vera natura.

Ciò significa diventare non la risposta alle aspettative altrui (famiglia, società, modelli culturali o religiosi), ma l’espressione della propria funzione sommersa.

La saggezza africana dice: “Se sei edera arrampicati, se sei leone ruggisci, se sei pecora bela”.

Fare nostro questo insegnamento vuol dire ammettere che per realizzare la nostra vera natura dobbiamo utilizzare le capacità che realmente ci appartengono, secondo la tendenza energetica che ci caratterizza.

La domanda da porsi per sintonizzarsi con la propria natura è: in questo momento sto esprimendo qualcosa di veramente autentico? Qualcosa che mi somiglia profondamente, non riconducibile alla mia storia personale, ai principi che mi hanno inculcato, ai modelli che cerco di emulare, alle tradizioni che ho assorbito? Se diventiamo ciò che la famiglia ha progettato per noi, anche se ciò ci porta al massimo del successo, stiamo guardando dalla parte sbagliata. All’opposto, se per reazione ci obblighiamo a trasformarci nell’opposto di ciò che gli altri vogliono per noi, stiamo sempre guardando in una direzione che non è la nostra.

Realizzare la propria natura è un processo che non necessita di sforzo costante. L’unico impegno che ci viene richiesto è lasciare che il seme deposto dentro di noi, il Sé, germogli e fruttifichi, e per riuscirci dobbiamo ogni giorno ripulire il terreno dai luoghi comuni e dalle false credenze che, in parallelo, costruiscono nella mente l’immagine di ciò che vogliamo o crediamo di essere e che è la contraffazione della nostra vera essenza.

Questa è la grande scommessa da vincere: prendere la distanza dal pensiero dominante della massa, che ci condanna a un destino di “imitatori”, e realizzare invece l’essere unico e originale che siamo.

A tale finalità mirano i riti di iniziazione che in prima istanza staccano l’adepto dalla propria storia, ribattezzandolo con un nuovo nome, per indicargli che diventare “ciò che è” vuol dire non riconoscersi più nell’identità ereditata dalla famiglia ma diventare un altro.

Di solito, quando ci ricongiungiamo alla nostra vera natura, gli altri ci ostacolano o non ci riconoscono. Succede anche a Odisseo, al suo ritorno a Itaca, e così può accadere anche a ciascuno di noi. Infatti, al posto di gioire con noi, sono proprio le persone più vicine che ci osteggiano o fanno di tutto per riportarci fuori strada, insistono per farci tornare a essere ciò che non siamo.

Per questa ragione è fondamentale imparare a fare a meno del consenso altrui. Non c’è amore che debba reclamare come pedaggio il sacrificio di sé. La felicità che ci inonda quando realizziamo la nostra unicità è la nostra ricompensa, altro non è dato.

E’ però una felicità che non ha prezzo, che si rinnova istante dopo istante, che libera in noi, senza più sforzo, l’energia intelligente che realizza ogni progetto. Trovare e seguire la propria natura è approdare alla Terra Promessa.

Mancare questo unico vero obiettivo fa della nostra vita un’occasione sprecata.

Caterina Carloni

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Di Cateca

Caterina Carloni, psicologa e psicoterapeuta