• Sab. Nov 23rd, 2024

VEDAM

A cura di Caterina Carloni, psicologa & psicoterapeuta

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EKADASI, un giorno speciale per ritrovare sé stessi

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Tratto da radharamana.it

“Cinque vascelli possono salvare le persone che affogano nell’oceano dell’esistenza materiale: Sri Visnu, la Bhagavad-gita, Srimati Tulasi devi, la mucca ed Ekadasi.” (Sri Krishna a Garuda nel Garuda Purana).

“Tra tutte le piante, la sacra Tulasi è la più cara a Me, tra tutti i mesi, Kartika Mi è estremamente caro, tra tutti i luoghi di pellegrinaggio, la Mia amata Dvaraka è la più cara, e tra tutti i giorni, Ekadasi è il più caro.” (Padma Purana: Uttara Khanda, 112.3).

Ekadasi è un giorno di austerità osservato regolarmente da coloro che seguono il sanatana-dharma, la Coscienza di Krishna. Eka significa ‘uno’, e dasi è la forma femminile di dasa, che significa ‘dieci’. Ekadasi è dunque l’undicesimo giorno della luna, crescente o calante, di ogni mese. In questi giomi speciali bisogna digiunare da cereali e legumi, e dedicarsi con uno sforzo particolare a offrire servizio di devozione a Dio, la Persona Suprema, il Signore, Sri Krishna. Come afferma Srila Prabhupada nella Bhagavad-gita così comè (9.14, spiegazione), “Nel servizio devozionale ci sono alcune attività determinate, come il digiunare in certi giorni, ad esempio l’undicesimo giorno della luna, Ekadasi, e nel giorno dell’apparizione del Signore:” O anche (S.B. 3.27.22, spiegazione), “La rinuncia in Coscienza di Krishna è così potente da non poter essere deviata da nessuna illusione, per quanto attraente. Bisogna dedicarsi al servizio devozionale in pieno tapasya, austerità. Bisogna digiunare nei due Ekadasi, che cadono l’undicesimo giorno della luna crescente e calante, e nei giorni che celebrano l’apparizione di Sri Krishna, Sri Rama, e Caitanya Mahaprabhu.” Nel giorno di digiuno bisognerebbe, se possibile, evitare grandi sforzi fisici, e dedicarsi esclusivamente alle attività del servizio devozionale.

Una lettera di Srila Prabhupada a Jadurani devi dasi, datata 9 luglio 1971, lo conferma: “Perchè solo venticinque giri?” scrive. “Dovresti cantare il più possibile. In realtà, Ekadasi significa digiunare e cantare, e nient’altro. Così, quando si digiuna, diventa più facile cantare. In Ekadasi, dunque, bisogna sospendere ogni altro impegno, se possibile, a meno che ci sia qualcosa di molto urgente da fare.” L’importanza di Ekadasi è spiegata nella Caitanya-caritamrita (Adi-lila, 15.9-10), in una conversazione tra Sri Caitanya e Sua madre, Sacidevi: Un giorno, Sri Caitanya Si gettò ai piedi di Sua madre, e la supplicò di concederGli un favore. Sua madre rispose, “Mio caro figlio, chiedimi ciò che vuoi.” Allora il Signore disse, “Cara madre, ti prego, non mangiare cereali nel giomo di Ekadasi.” Nel commento a questo verso, Srila Prabhupada scrive, “Fin dalla Sua più tenera infanzia, Sri Caitanya Mahaprabhu volle introdurre il metodo del digiuno nel giorno di Ekadasi.” Chi digiuna in questo giorno, chiamato Ekadasi, non ottiene soltanto benefici spirituali, ma anche grandissimi benefici fisici. Sia la medicina naturale che quella ayurvedica raccomandano il digiuno per mantenere e migliorare la salute. In effetti, biologi moderni e antichi saggi sono d’accordo sul fatto che il digiuno è benefico per il fisico e per la mente. E’ dunque naturale che il digiuno di Ekadasi possa prevenire e curare molte malattie.

Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada afferma nel commento allo Srimad-Bhagavatam (1.17.38): “Lo Stato che vuole sradicare la corruzione può introdurre i principi della religione nel modo seguente:  Due giorni di digiuno obbligatorio al mese, se non di più (austerità). Persino dal punto di vista economico, questi due giorni di digiuno al mese in tutto lo Stato faranno risparmiare tonnellate di cibo, e questa pratica avrà un effetto molto favorevole anche sulla salute generale dei cittadini…” Nella disciplina della Coscienza di Krishna, il digiuno praticato a intenrvalli regolari è molto raccomandato per migliorare la salute fisica e spirituale. La scienza dell’alimentazione ci insegna che il digiuno periodico apporta grandi benefici al corpo permettendo all’apparato digerente di riposare e purificarsi dall’interno. Dopo un digiuno, il corpo funzionerà in modo molto più efficiente. Ma, cosa ancora più importante per i devoti di Krishna, si ottiene un beneficio spirituale digiunando in certi giorni propizi, e seguendo scrupolosamente le regole prescritte. Così, i devoti coscienti di Krishna dovrebbero digiunare due volte al mese, l’undicesimo giorno della luna calante e della luna crescente.

Ma perchè proprio i cereali? La tradizione vaisnava che racconta di come, all’origine dei tempi, Sri Visnu diede origine a tutte le cose create, attraverso l’opera di Brahma. L’episodio che riporteremo è tratto dal Padma Purana, capitolo 11: il dialogo tra Jaimini Risi e Vyasadeva, suo maestro spirituale. “All’alba della creazione, Narayana creò gli esseri mobili e immobili, e per assegnare a ciascuno le reazioni dei propri peccati e punire i miscredenti, creò Papapurusa, la personificazione del peccato. La sua testa era l’uccisione di un brahmana, gli occhi erano il consumo di sostanze inebrianti, la bocca era il furto di oro, le orecchie i rapporti illeciti con la moglie del guru, le braccia l’uccisione della mucca, il naso l’uccisione della propria moglie, il petto l’aborto, l’addome i rapporti con la sposa di altri, lo stomaco l’uccisione dei propri parenti, il collo il furto di beni accumulati, l’ombelico l’uccisione dei subordinati, la vita il glorificare se stessi, le cosce le offese al guru, i genitali il vendere la propria figlia, i glutei il raccontare le cose segrete, i piedi l’uccisione del proprio padre, i capelli i peccati minori.”

Papapurusa (papa = peccato, purusa = personificazione) aveva il corpo nero e gli occhi gialli, era orribile a vedersi e molto potente. Visnu pensò allora di creare qualcuno che lo controllasse, così manifestò Yamaraja e Pitriloka, e Si recò a visitarli. Appena giunto, Visnu fu accolto degnamente da Yamaraja, chiamato anche Dharmaraja, ma ben presto udì dei pietosi lamenti provenire dalle regioni infernali. Yamaraja Gli spiegò che si trattava degli abitanti della Terra, che a causa dei loro peccati erano caduti nelle regioni infernali. Sri Visnu, tanto misericordioso, pensò di essere il responsabile di quella sofferenza, poiché aveva creato le reazioni del peccato, perciò dal proprio corpo manifestò la divinità di Ekadasi. Così tutti, seguendo Ekadasi vrata, poterono tornare a Vaikuntha.

Papapurusa allora si avvicinò a Visnu, e dopo averGli offerto molte preghiere si gettò ai Suoi piedi scoppiando in lacrime. Visnu gli offrì allora una benedizione per consolarlo, e Papapurusa Gli chiese un luogo dove rifugiarsi, perchè Ekadasi lo stava per distruggere completamente: senza di lui tutti sarebbero tornati subito a Vaikuntha, e nel mondo materiale non sarebbe rimasto nessuno ad assistere ai giochi degli avatara. Papapurusa aveva invano cercato rifugio in tutti i tre mondi, ma Ekadasi devi lo scacciava continuamente. Nella Sua bontà, Visnu lo consolò e gli permise di rifugiarsi, durante il giorno di Ekadasi, nei cereali e nei legumi. Ed è così che dal punto di vista spirituale, mangiare cereali e legumi nel giorno di Ekadasi equivale ad assorbire una notevole quantità di reazioni nefaste: addirittura Papapurusa stesso, la personificazione del peccato.

Di Cateca

Caterina Carloni, psicologa e psicoterapeuta