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VEDAM

Blog di Medicina Psicosomatica a cura di Caterina Carloni, psicologa & psicoterapeuta

BLOG DI MEDICINA PSICOSOMATICA & SCIENZA DELLO YOGA- Impariamo a leggere i sintomi fisici come linguaggio dell'anima e ad utilizzarli in chiave conoscitiva, positiva ed evolutiva

Una finestra sul mondo

DiCateca

Feb 10, 2025 #horus, #occhio, #salute, #veda

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Psicosomatica e dintorni

La creazione attraverso lo sguardo

Attraverso la pupilla, il mondo che ci sta davanti entra in noi e diventa un’immagine che si diffonde in diverse aree del cervello e si associa strettamente alla sensazione di essere coscienti.

Il simbolo principale dell’occhio è dunque la Coscienza. Vedere le cose significa esserci perché la luce è vita. Svegliarsi al mattino e aprire gli occhi significa uscire dal mondo della notte e dell’inconscio, in cui invece gli occhi chiusi ci fanno vivere una pura dimensione interiore, quella del sonno e dei sogni.

A questo simbolismo centrale se ne aggiungono altri. La coscienza presuppone avere un punto di vista sulla realtà, una visuale sul mondo, una possibilità di controllo legata alla sopravvivenza e al muoversi nello spazio, una visione panoramica legata all’orientamento nella vita.

La visione binoculare (cioè dei due occhi insieme) permette inoltre il senso della prospettiva, la capacità di vedere le cose in modo tridimensionale, ed è quindi collegata alla capacità di comprendere la vita in profondità, nelle sue sfaccettature e chiaroscuri. Gli occhi sono anche luogo di incontro e di scambio con la realtà: sono il centro dello sguardo inteso come espressione del volto.

La mimica facciale che ruota intorno ad essi e alla rima palpebrale esprime lo stato d’animo, le emozioni e le intenzioni. Ma esiste anche uno scambio più profondo: guardarsi dritti negli occhi significa avere un rapporto schietto e lineare; e ancora più profondo è il guardarsi negli occhi di due innamorati che colgono nello sguardo dell’altro il suo mistero e ne intuiscono le profondità dell’anima.

L’occhio come sguardo può rappresentare anche il simbolo del materno (la mamma che guarda con senso di protezione il proprio figlio), che può ovviamente essere presente anche nel padre, nell’amico e anche nel figlio verso il proprio anziano genitore.

E infine, gli occhi possono diventare un potente giudice, uno sguardo di rimprovero, di condanna o di critica, con un potere a volte paralizzante su chi è particolarmente influenzabile. L’occhio giudicante diventa così simbolo del Super-Io, cioè dell’istanza psichica che regola la nostra vita da un punto di vista etico e morale.

Un problema agli occhi può avere significati molto diversi. Un disturbo della vista simboleggia uno sguardo alterato sulla realtà o su sé stessi. Un’infiammazione, per esempio la congiuntivite, chiama in causa aspetti collegati al tema della consapevolezza e della possibilità di guardare il mondo con uno sguardo libero.

Nel romanzo di Elisabetta Mastrocola “E’ perché si sono guardati” (Edizioni del Loggione, 2024), i protagonisti si aprono ad una rinascita del cuore attraverso un semplice sguardo “che basta già per dirsi tutto”.

L’occhio di Horus è un simbolo egizio che rappresenta la protezione, la prosperità, il potere regale e la buona salute. E’ raffigurato come un occhio umano con una linea ondulata al posto della palpebra inferiore che simboleggia potenza e guarigione.

I Veda (dal sanscrito “vid”, che significa “vedere” ma anche conoscere) sono un’antichissima raccolta in sanscrito di testi sacri. Il termine veda allude ad una conoscenza profonda, frutto di una Visione del mondo che i saggi dell’antichità hanno tramandato nel tempo da maestro a discepolo.

Caterina Carloni

Di Cateca

Caterina Carloni, psicologa e psicoterapeuta